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FONTANA DELLA NINFA
Fu costruita nel 1615 su committenza del Comune per commemorare la realizzazione dell'imponente acquedotto dei Bigini e della rete idrica della città. L'autore dell'opera è stato il napoletano Orazio Pigrone, intenditore di idraulica, come si constata dall'iscrizione sulla lapide posta tra la prima e la seconda vasca. E' una fontana in marmo alta circa nove metri a quattro ordini di vasche. Una nicchia sovrastata da un motivo a conchiglia sul quarto fonte ospita una statua in marmo: una ninfa siede su una rupe e regge con la mano destra una brocca dalla quale sgorgava acqua, e con la sinistra regge una cornucopia, simbolo dell'abbondanza per antonomasia. Lo stile barocco dell'insieme si evince dalle volute che si ripetono per i tre piani della costruzione, mentre un timpano in tardo barocco a linea curva la definisce in alto. Nella fontana è più volte ripetuta l’immagine di una palma, simbolo dei Tagliavia; oggi la palma è emblema della città e fa parte dello stemma cittadino, assieme alla legenda Palmosa civitas castrum vetranum, con chiara allusione a Selinunte definita palmosa nel III canto dell’Eneide.
Testimonianza di un tardomanierismo tosco-romano del secolo XVI-XVII di cui le fontane dell'Ammanati sono l'altissima interpretazione, la fontana spicca su una parete rivestita di pietra e definita sulla sommità da un cornicione e da un elemento architettonico a volute recante lo stemma della città.