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CRETTO DI BURRI
Sui ruderi del terremoto tra il 1985 e il 1989, Alberto Burri ha steso una enorme colata di cemento, trasformando le rovine in opera d’arte. I blocchi di cemento sono attraversati da spaccature regolari, che sostanzialmente riproducono il sistema viario di Gibellina vecchia, così come le crepe della terra riarsa.
L’opera d’arte è un memoriale del terremoto del 15 gennaio 1968 che distrusse Gibellina. Nel suo minimalismo, il cretto rende omaggio alla città che non c’è più e riattiva la memoria e il ricordo.
Alberto Burri (1915-1995) fu catturato in Tunisia dagli inglesi durante la seconda guerra mondiale. Durante la sua prigionia iniziò a dipingere. Rientrato in Italia, nel 1946, decise di abbandonare la sua carriera medica per dedicarsi all’arte. Nel 1951 fu tra i fondatori del gruppo "Origine" con Ballocco, Capogrossi, Colla. I Cretti occupano una parte rilevante della produzione dell’artista.