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CHIESA DI SANTA VENERANDA
Edificata nel suo allestimento originario in periodo normanno, la chiesa era annessa ad un convento benedettino; di questo assetto primigenio oggi non resta nulla, mentre si conservano alcune parti di una sua ricostruzione cinquecentesca: il soffitto a cassettoni della nave, trasformata poi in parlatorio di monache.
In un’area attigua ai corpi di fabbrica più antichi venne edificata nel XVII secolo la chiesa attuale, datata dallo Scuderi fra il 1651 ed il 1680 per quanto riguarda l’interno, tra il 1680 ed il 1716 per la facciata; i campanili sono invece del 1788.
Tali valutazioni, frutto dello studio storico e della presenza di date riportate su alcune lapidi, sono avvalorate nondimeno da caratteristiche stilistiche proprie del ‘600 in Sicilia. Peraltro l’ignoto architetto pare si sia ispirato a modelli precedenti di certo non propri dell’isola.
La chiesa di Santa Veneranda sorge in posizione centrale rispetto al quadrilatero costituito dalla città antica, murata sino alla metà dell’ottocento.
Di gusto scenografico e rococò grazie alle arricciate decorazioni del portale, ai fregi e alle nicchie, e grazie alle finestre ed alla ricca balconata in ferro, la magnificenza dell’architettura del prospetto caratterizza fortemente in senso monumentale la piazza omonima sulla quale si affaccia.
Il prospetto principale, interamente in pietra da intaglio, è a due ordini, con paraste che dividono la facciata in tre parti, sovrastate da statue che accentuano lo slancio verticale della composizione.
Nicchie ornate da statue sono ricavate nelle zone laterali su tutti e due gli ordini. La facciata è in posizione obliqua rispetto all’asse principale dell’interno a croce greca con quattro absidi.
Una di queste nicchie ospita una statua di Santa Veneranda (1583), attribuita agli scultori Vincenzo e Giacomo Gagini.
La chiesa nella sua parte centrale ha forma ottagonale con alte colonne tuscaniche ai vertici, che reggono una trabeazione continua. Al di sopra di questa si trova il tamburo della cupola lunettata, gli archi dei catini absidali e quelli delle volte a botte, che precedono i catini delle absidi longitudinali più profonde. (COD. SPI 009)
Numero tappa | 9 |