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TONNARA DI SCOPELLO

 
  • Scopello, tonnara
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TONNARA DI SCOPELLO

 

La Tonnara di Scopello insiste nella parte occidentale del Golfo di Castellammare; posta in una piccola insenatura davanti ai faraglioni, conserva intatte le peculiarità dei rapporti originari con l'ambiente paesaggistico circostante.
È individuabile nell'odierno sito di Scopello il primigenio insediamento di "Cetaria", termine dato dai Romani in relazione alla pesca del tonno ivi praticata.
L'attuale denominazione  appare per la prima volta nel 1097 nel diploma di concessione di Scopello al Monastero di S. Maria di Boico, presso Vicari.
Per meglio comprendere le vicende del territorio di Scopello e della relativa tonnara, è opportuno precisare che, dopo la conquista normanna, il sovrano ha l'uso esclusivo nonché il controllo delle tonnare sparse lungo le coste siciliane: infatti vieta ai privati la pesca del tonno senza la regia concessione. Quindi il litorale marittimo, i golfi e le insenature adatti alla pesca del tonno rientrano nel Demanio Regio e pertanto, poiché la tonnara viene venduta a privati nel 1442 per la somma di 40 onze, tutte le concessioni precedenti al 1442 debbono ritenersi relative esclusivamente al territorio o "feudo" - comprendente il Baglio - e non alla tonnara, essendo questa possedimento demaniale.
A Simone La Mammina succedono, nel possesso della tonnara, i Sanclemente fino a quando Allegranza Sanclemente trasferisce la propria quota al Collegio dei Gesuiti di Trapani e Francesca Sanclemente l'altra parte della quota al Monastero del SS. Rosario di Trapani, detto anche di Sant'Andrea. Il Villabianca pur sostenendo tale tesi ritiene, ingiustamente, che i proprietari della tonnara fossero i Fardella e che i Sanclemente ne fossero affittuari non considerando evidentemente il territorio di Scopello - appartenente ai Fardella - e la tonnara - appartenente ai Sanclemente - come due entità distinte e separate. Nel 1767, in seguito all'espulsione dei Gesuiti dal Regno di Sicilia, la quota di tonnara a loro appartenente passa al Demanio Regio, per poi rientrare in loro possesso nel 1805. Nel 1860, con decreto di Garibaldi, i Gesuiti sono costretti a lasciare l'isola e conseguentemente i loro beni vengono a far parte del Demanio del nuovo Stato Unitario; stessa sorte avranno i beni del Monastero del SS. Rosario di Trapani con l'applicazione della legge del 1866 di soppressione delle corporazioni religiose, sicchè le due distinte quote della Tonnara di Scopello confluiscono nel Demanio statale e poste in vendita.
Da allora la tonnara è un bene appartenente a privati.
Si arriva alla tonnara attraverso una stradina privata che scende al mare, dopo aver superato due cancelli ed uno spiazzo pavimentato con ciottoli. Sul lato sinistro si trova un corpo di fabbrica con archi chiusi da portoni in legno che delimitano locali per la conservazione delle barche: adiacente ad esso c'è la tonnara originaria, con cortile interno in cui si affacciano le abitazioni, i magazzini per la sistemazione delle reti e delle attrezzature per la pesca, ed una piccola chiesa barocca. I tetti sono tutti a spiovente con tegole, i muri in pietra intonacata all'interno e all'esterno.

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