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Paladini dei Vini di Sicilia - Associazione Volontaria di Tutela e Promozione
L’Associazione non ha scopo di lucro e si propone di “valorizzare i vini di Sicilia premiando le persone e le aziende che contribuiscono a quest’opera”. “Essa – continua lo Statuto sociale – tiene conto dell’elemento prestigio per rendere valido e operante il suo scopo, che è quello di creare un più vasto ambito di potenziali consumatori dei vini prodotti nell’Isola del vino, dando un’immagine di alto valore all’enologia siciliana”.
Paladino viene nominato solo chi ha dato prova di conoscere, esaltare e propagandare i vini siciliani in Italia e all’estero.
Gli insigniti ricevono, nella cerimonia, il caratteristico ed esclusivo diploma a rombo.
Attuale presidente dell'Associazione è il marsalese Avv. Diego Maggio, appassionato testimone dei grandi vini siciliani. Da anni gira l'Italia e l'estero per propagandare culturalmente la Sicilia non solo vinicola, il buon nome e l'alta qualità delle sue produzioni tipiche, raccontando le leggende e la storia della sua gente, le sue radici profonde al pari degli antichi vigneti, gli aneddoti ed i proverbi in dialetto siciliano. Insieme ai brindisi che lui intona con i nostri gioielli nel bicchiere, avvalorando l’oramai indiscusso e anzi universalmente celebrato (fu proprio lui il primo a profetizzarlo) Rinascimento dei vini siciliani.
Tra le centinaia di questi cavalieri del buon gusto ci sono autentici personaggi.
Infatti Paladini dei Vini di Sicilia sono stati negli anni nominati - tra gli altri - l'Arcidiacono di Londra, Sam Woodhouse (diretto discendente dei fratelli imprenditori di Liverpool che nel lontano 1773 per primi crearono il Marsala), Lord Charles Forte of Ripley (titolare della famosa catena alberghiera); maestri del vino come Lamberto Vallarino Gancia, i conti Giuseppe e Lucio Tasca d'Almerita, Marco De Bartoli; il conte Alessandro Federico, ed i baroni Nicolò la Lumia e Nino Pupillo; della finanza e dell'impresa come il dott. Pietro Alagna, il cav. Giuseppe Gioia e il cav. Gianni Zonin; della diplomazia come l'ambasciatore Emanuele Scammacca (barone del Murgo); della satira come Ro Marcenaro; dello sport come Sara Simeoni; della ristorazione come il californiano Piero Selvaggio, i palermitani Pino Stancampiano (La Scuderia) e Pippo Anastasio (il Ristorantino) e il trapanese Peppe Giuffrè (Officina Gstronomica, la Rinascente); del marketing come il newyorkese Lucio Caputo (Italian Wine & Food Institute) e dell'immagine come il compianto Ferruccio Barbera; del giornalismo enogastronomico come gli indimenticati Vincenzo Buonassisi, Massimo Alberini, Luigi Papo, Zeffiro Bocci, Agostino Mulè e i contemporanei Toni Sàrcina, Graziella Bivona (AmericaOggi), Paolo Massobrio, Alberto Paolo Schieppati, Giovanni Campolmi, Gaetano Basile, Luca Maroni e Anna Pesenti; gli irripetibili docenti Giampietro Ballatore e Bruno Pàstena; della lingua siciliana come Gaetano Cipolla (St. John University-N.Y.), delle istituzioni italiane come Carmine Esposito, della magistratura come l’Hon. Dominic Massaro (Corte Suprema di N.Y.).
Questi gentiluomini d'altri tempi eppur così attuali, si battono su un campo di battaglia incruento, ma intelligente: trasformandosi in altrettanti messaggeri di un modus vivendi all'altezza della Sicilia migliore, dei suoi prodotti più genuini, dei valori profondi della sua cultura.
PALADINI DI SICILIA
Sito Internet
www.paladinidisicilia.it
Pagina Facebook
http://www.facebook.com/paladinidisicilia.it
E-mail
info@paladinidisicilia.it
"Il Marsala è un vino straordinario: l'emblema del terroir di questa Sicilia ad Occidente.
Proteggerlo e promuoverlo significa rendere giustizia ad un autentico Patrimonio dell'Italianità".
(Diego Maggio, Presidente dei Paladini di Sicilia)